“Esistevano nell’Italia Settentrionale sino a trenta o quarant’anni or sono (ed esistono certo ancora, sebbene in un numero sempre minore e in località sempre più segrete e lontane) “isole resistenti” involontarie, inconsapevoli e praticamente ignote, dove antichi edifici, antichi costumi, antichi usi artigianali potevano essere osservati e ammirati in tutta la loro affascinante integrità.
Per una convinzione profonda e istintiva, che poi non ho mancato di teorizzare, ho sempre pensato che l’innegabile processo tecnologico e civile del genere umano non necessariamente consista nella distruzione sistematica, indiscriminata e totale del passato, ma soltanto nella rinuncia alle sue manifestazioni più contrarie o più nocive allo stesso progresso; e ho sempre pensato che quel migliore mondo futuro, al quale tutti aspiriamo, non potrà essere veramente tale se non si realizzerà anche nella conservazione, nel rispetto, nella pietà di quanto il mondo passato aveva a sua volta di migliore.”
– Mario Soldati, Una visita a Ozzano, la città del Brandy, 1970